Settimo Centenario della morte di Dante, il prof. Fiorino Tucci: "Perché non realizzare a Bitonto un cosplay a tema?"

Una tendenza spettacolare piuttosto diffusa negli ultimi decenni, che si rifà al mondo dei fumetti e dei cartoni animati giapponesi e coinvolge tutte le età

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Dal prof. Nicola Fiorino Tucci riceviamo e pubblichiamo. Convegni, incontri, manifestazioni, letture, spettacoli sicuramente animeranno nel 2021, anno del Settimo Centenario della morte di Dante, l’intero territorio nazionale, coinvolgendo realtà grandi e piccole, tutte impegnate nel tributare il loro omaggio al Sommo Poeta. Anche Bitonto, che a breve avrà il suo Comitato della prestigiosa Società Dante Alighieri, siamo sicuri parteciperà alle solenni celebrazioni proponendo momenti ed occasioni per contribuire a meglio apprezzare un Autore da record: per longevità (da settecento anni è sempre ai primissimi posti nella classifica mondiale), numero di copie vendute (la Commedia è seconda solo alla Bibbia per tiratura), popolarità (Dante è tradotto in quasi tutte le lingue del mondo), attualità (la sua lezione di vita propone valori intramontabili). Fra le tante iniziative che sicuramente saranno proposte ed attivate ci permettiamo di suggerirne una che si caratterizza per l’originalità degli aspetti, l’eterogeneità dei partecipanti, la novità delle forme, la qualità dei contenuti: il cosplay, una tendenza spettacolare piuttosto diffusa negli ultimi decenni, che si rifà al mondo dei fumetti e dei cartoni animati giapponesi e coinvolge tutte le età. A dire il vero, si possono avvicinare al suo spirito i cortei, le parate, le cavalcate, le rappresentazioni a carattere storico, che si tengono in tanti comuni italiani ma che differiscono per la staticità dei partecipanti, fissi nel loro ruolo di comparse o protagonisti, muti o di poche parole, impegnati nello sfilare lasciandosi guardare senza interagire col pubblico, non sempre curati nei particolari del loro abbigliamento (abbiamo visto arcieri medievali con le scarpe sportive e discepoli di Cristo con tatuaggi in bell’evidenza). Nel cosplay, invece, i particolari, i movimenti, gli interventi sono molto curati perché si deve trasmettere allo spettatore un’idea ben precisa: l’identificazione totale, cioè perfetta, con il personaggio scelto ed amato dal partecipante; il che permette di riprodurne non solo l’aspetto e le movenze ma anche le situazioni e perfino la lingua. Insomma, il cosplay consente una maggiore libertà all’imitatore pur nella fedeltà assoluta al modello. Orbene, non sarebbe fuori luogo proporre, in occasione del 2021, un cosplay ispirato alla Divina Commedia, che di personaggi popolari cui ispirarsi per una personale perfomance ne offre decine. Animare le vie del centro storico con tanti personaggi della Commedia, ciascuno fedele a se stesso ma libero di recitare o solo di passeggiare, può anche essere un buon richiamo turistico, che non ha bisogno di chissà quale impegno economico né spiegamento di forza pubblica ed ottiene la partecipazione convinta ed entusiasta di giovani e meno giovani. Che, siamo sicuri, parteciperebbero a centinaia. Un’iniziativa del genere garantisce spazio alla fantasia: un Paolo ed una Francesca potrebbero, individuato il luogo adatto, recitare le loro splendide terzine invitando a riflettere sulla potenza dell’amore; una Pia dei Tolomei, nella sua breve apparizione magari in una nicchia, riproporre l’antica piaga del femminicidio ed un san Bernardo, all’interno di una chiesa, rivolgere la sua eulogia alla Madonna davanti ad una schiera di fedeli. Ed anche alla creatività, naturalmente: le performance possono essere individuali ed anche collettive come cori di angeli, processioni di penitenti, file di dannati. Ed anche tanti Dante, tante Beatrice, tanti Virgilio, tanti Caronte in giro a declamare, recitare, inscenare, interagire, coinvolgere. Ce ne potrebbe essere, come usa dire, per tutti i gusti in una gioiosa festa di popolo in onore del Sommo Poeta. Che sicuramente addolcirebbe la sua tradizionale espressione austera.