Possiamo diventare un comune open source?

"Yes, we can"

Possiamo diventare un comune open source al 100%? Questa è la domanda che spesso mi pongo, come cittadino bitontino, e la mia risposta è racchiusa in queste tre paroline «Yes, we can» (“si può fare”), per utilizzare un famoso slogan di Barack Obama.
Questo è il momento giusto! L'amministrazione comunale può fare un grosso salto di qualità, ottenendo un consistente risparmio economico per le casse cittadine: il che - in tempi di spending review - non guasta mai.
Sicuramente tutti gli uffici dovranno rinnovare, per i propri computer, le licenze d'uso dei software obsoleti, tanto del sistema operativo tipo WindowsXP (oramai non più supportato dalla Microsoft) quanto dei programmi applicativi tipo Office (Word, Excel ecc.). Il tutto condito da un aggravio di spesa non indifferente, dal momento che si dovranno cambiare i computer più datati che non supportano le nuove versioni dei software.
Questo salto di qualità si chiama open source e free software. Molte città, sia italiane sia straniere, hanno già fatto questo passaggio e i risultati sono a dir poco strabilianti. Ecco alcuni esempi:
Monaco di Baviera è stata una delle prime città a puntare su Linux, portando il sistema operativo libero in alcuni dei propri computer già dal 2004. Visto gli ottimi risultati ottenuti, l'amministrazione comunale della città tedesca ha deciso di estendere l'adozione del nostro sistema a tutti i personal computer, procedendo all'installazione di LiMux (una distribuzione basata su K-Ubuntu Linux con LibreOffice come suite per l'ufficio).
Stando alle dichiarazioni ufficiali la migrazione ha portato ad un risparmio di circa undici milioni di euro, ripartiti tra licenze d'uso e costi di gestione. Gli amministratori bavaresi spiegano che oggi la città si affida a circa 15.500 postazioni LiMux. Tutto il personale impiegato ha ormai piena familiarità con il nuovo software, e le iniziali difficoltà dovute all'inesperienza sembrano ormai un lontano ricordo.
A Bolzano, in Italia ma non lontano dalla vituperata Germania, l'amministrazione provinciale in accordo con gli enti locali (Consorzio dei Comuni ed Azienda Sanitaria) hanno siglato un accordo che sancisce il progressivo passaggio negli uffici della PA dal software cosiddetto “proprietario” al software libero. 
In termini pratici, si passerà da MS Office a LibreOffice.
«Non parliamo solo di risparmio economico, ma di un passo importante per riorganizzare l’intero sistema pubblico, rendere la PA flessibile e pronta a rispondere ai processi di cambiamento, perché la rivoluzione IT ha cambiato la struttura della società: non più piramidale ma rete di condivisione della conoscenza».
Questo è quanto dichiarato da Roberto Bizzo (assessore all'innovazione) che continua «tra non molto avranno inizio i lavori di rimodernamento delle macchine degli uffici pubblici. Parlando di costi e basandosi sull’esperienza raccolta nella Pubblica Amministrazione di Monaco, il solo pacchetto Microsoft Office della Provincia autonoma di Bolzano porterà un risparmio pari a 600mila euro».
Ora, parafrasando il grande Lubrano, un augurio sorge spontaneo: che ben presto anche Bitonto segua l'esempio del comune di Monaco di Baviera o della provincia autonoma di Bolzano. Confido molto nella buona volontà del sindaco e dell'assessore competente; dopo tutto non sarebbe un fatto di buon senso avviare un iter che ci faccia risparmiare senza violare la legge? 
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