Hungaroring 2013, Ferrari dove sei?

Resoconto di un disastroso weekend per la "rossa" di Maranello

Domenica scorsa, il Gran Premio d’Ungheria, vinto da un imprendibile Lewis Hamilton su Mercedes, ha mostrato tutti i limiti della Ferrari. Non solo della monoposto, ma di tutta la squadra.

La macchina non va e l’hanno detto sia Fernando Alonso che Felipe Massa nel dopo gara. La F138 patisce le nuove gomme Pirelli e palesa carenze aerodinamiche che non hanno trovato soluzione, nonostante i tentativi di sviluppare nuovi particolari da parte dei tecnici.

Ci si chiede, anche, perché non abbiano sostituito il musetto della vettura del brasiliano dopo la toccata con Nico Rosberg (Mercedes), avvenuta al primo giro. Il tempo necessario per cambiarlo, sarebbe stato ripagato da una maggiore efficacia della monoposto. Massa avrebbe potuto segnare tempi migliori, soprattutto in considerazione dei giri da percorrere, ancora 69, e portare più avanti la macchina al traguardo. Nell’eventualità che non fosse cambiata la posizione finale, avremmo visto, almeno, un minimo d’iniziativa del team, per mettere il pilota nella condizione di gareggiare al meglio.

Vorrei sottolineare che Massa, al 59° giro, ha bloccato il cronometro a 1’25”176, segnando il 5° giro più veloce della corsa, pur se a 1’107 dal miglior tempo (1’24”069) ottenuto da Mark Webber (Red Bull).

Se l’epilogo del gran premio magiaro è stato al di sotto delle aspettative dei sostenitori della casa di Maranello, il quinto posto di Alonso e l’ottavo di Massa - la F138 del brasiliano è stata l’ultima vettura a pieni giri - sembrano non sorprendere il direttore tecnico della squadra Pat Fry: “il risultato di questa gara è in linea con quello che è il nostro attuale potenziale… Entrambi i piloti hanno tirato fuori il massimo, soprattutto Felipe, che dal primo giro ha condotto la gara con l’ala anteriore danneggiata”. L’analisi del tecnico prosegue con un auspicio: “le due gare che seguiranno la pausa estiva saranno su circuiti molto diversi rispetto all’Hungaroring e per questo motivo lavoreremo su fronti diversi nella speranza di vedere al più presto i frutti di tutti i nostri sforzi”.

Non rimane che sperare anche noi nella capacità della pausa, prevista nel calendario della massima formula, di rischiarare le idee in quel di Maranello o di facilitare intuizioni tecniche da trasferire alle monoposto e renderle così, finalmente, vincenti.

Infine, un cenno a Romain Grosjean, pilota della Lotus giunto 6°, che ci ha divertito e mostrato che in Formula 1 si può ancora sorpassare. È stato penalizzato sia per il bel sorpasso all’esterno della curva 4 ai danni di Massa - aveva un bel po’ di macchina fuori pista - che per il sorpasso su Jenson Button (Mc Laren), durante il quale si sono toccati lateralmente con le ruote. Non discuto la necessità di rispettare le regole e di frenare gli eccessi, ma se mortifichiamo chi guida e sorpassa, cosa ne sarà dei giovani talenti e della Formula 1? D’altra parte, anche altri giovani si sono fatti largo con un certo “piglio”, ne ricordo uno per tutti, un certo Michael Schumacher.