Le auto tra i giganti del Super Bowl

Un incontro che si rinnova

I grandi eventi hanno una potente forza attrattiva sulle aziende. Il pubblico che catalizzano rappresenta un’opportunità per la promozione dei più svariati prodotti. Le case costruttrici di automobili non sono, ovviamente, immuni da questo richiamo. Se n’è avuta testimonianza all’ultimo Super Bowl, la finale del National Football League, giocato al MetLife Stadium di East Rutherford (New Jersey), tra i Denver Broncos ed i Seattle Seahawks, vinta da quest’ultimi.

All’appuntamento di quest’anno, con investimenti dell’ordine di milioni di Dollari, erano presenti numerosi brand dell’automotive. Alcuni di essi hanno cercato l’attenzione del pubblico, anche prima della partita, proponendo i propri cortometraggi sui canali video della rete internet, creando interesse, oltre che sul prodotto, anche sul filmato.

Tutti gli spot mi sono sembrati interessanti, con alcuni più originali ed emozionali di altri.

Maserati ha affidato alla giovane attrice Quvenzhané Wallis il compito di presentare la Ghibli al pubblico statunitense. Lo spot, secondo la mia lettura, mostra come una piccola fabbrica d’automobili riesca a sfidare i giganti del segmento “E premium” (Audi, BMW, Mercedes, per citarne alcuni), facendo leva sulle caratteristiche distintive della marca - “eravamo piccoli, ma veloci, ricordate?” come recita l’attrice - senza dimenticare di stimolare il sentimento americano con concetti quali il “lavorare sodo” e “concentrati sull’obiettivo” nonché “affidarsi al proprio cuore” per superare le difficoltà. Il tutto per combattere e vincere. È sicuramente bello, ma l’ho trovato poco italiano. È vero, deve promuovere la Ghibli negli Stati Uniti e quindi occorre tararlo su quella realtà, però Maserati è italiana, è sempre stata un’espressione del nostro talento, come poche. Una di quelle meraviglie, frutto di un manipolo di uomini, di cui essere orgogliosi. Ebbene non c’è nessun riferimento al nostro Paese, se non il prodotto stesso, la sua forma.

Cerco di spiegarmi, ricorrendo allo spot di Kia, sempre presentato in occasione del Super Bowl. Promuove la K900 - berlina di lusso con cui il Costruttore si confronta negli U.S.A. con i marchi premium - e vede Morpheus (Laurence Fishburne), come in un rinnovato Matrix, proporre la fatidica scelta tra verità ed apparenza, tra la realtà e le proprie convinzioni. Dopo aver fatto toccare con mano il nuovo concetto di lusso, conclude lo spot intonando la Turandot di Puccini, quel “Nessun Dorma” che è volontà di vittoria. L’opera italiana è utilizzata, a mio avviso, per esaltare le qualità di un’auto che vuole essere percepita capace d’ispirare classe e bellezza, un connubio che solo il nostro talento creativo rende armonia.

Perché non un riferimento del genere per Maserati? Avrebbe ricordato, anche, un altro orgoglio italiano, le “Frecce Tricolori” che su quelle stesse note salutano il pubblico alla conclusione delle loro esibizioni nei cieli del Mondo. Esibizioni conosciute ed applaudite anche negli States, risultato dell’impegno di un altro gruppo di persone che fanno onore al nostro Paese.

Mi piace pensare che, quando si promuove un prodotto italiano, non si possa prescindere dal ricordare il contesto in cui nasce, i valori nazionali di cui è frutto. Proprio come gli Americani insegnano con il loro “American pride”, di cui ne è un esempio lo spot di Chrysler.

“Dio salvi il made in Italy”, uno slogan letto qualche tempo fa, per concludere un articolo che, sebbene racconti poco delle automobili, molto celebra “il saper fare” italiano.

Per vedere gli spot:

http://www.youtube.com/watch?v=LB94iODClGI (Maserati)

http://www.youtube.com/watch?v=Ob-wn52Dkmk (Kia)

http://www.youtube.com/watch?v=KlSn8Isv-3M (Chrysler)