Marina Bellezza - Avallone Silvia 2013

“Io in tempi di crisi ho voluto iniziare con una storia d’amore…”

“Io in tempi di crisi ho voluto iniziare con una storia d’amore…”

Con queste parole l’autrice ha presentato il suo secondo romanzo. 

Tre anni dopo il grande successo di Acciaio, la scrittrice torna a casa, decide di ambientare la storia nella provincia di Biella dove è nata e cresciuta. 

Il romanzo ha la crisi sullo sfondo, questa crisi a noi così vicina, che ci accompagna nei discorsi e nelle azioni di tutti i giorni, ma non parla della crisi. Piuttosto racconta l'amore e il coraggio di personaggi che trovano delle risposte possibili, delle vie di uscita. 

Marina è la ragazza che dà il nome al romanzo, caparbia, testarda, talentuosa. Canta e balla nei centri commerciali, sogna di diventare famosa e di sfondare nel mondo della musica e dello spettacolo. Un po' eroina ottocentesca, un po' ragazza di provincia con una storia difficile come tante altre, Marina è sfuggente, inafferrabile ma ha un punto di riferimento che resta sempre fermo: Andrea. Ventisette anni, bibliotecario, ha un sogno che tutti considerano impossibile: fondare un'azienda casearia nei luoghi dei nonni, ritornare laddove è nato per ricostruire. 

Qui arriviamo al cuore del romanzo: se con Acciaio Silvia Avallone aveva raccontato una guerra aperta, un mondo che, nel benessere generale di cui parlavano i telegiornali, sembrava dimenticato, Marina Bellezza è un modo per rispondere a questo senso di generale impossibilità che ci circonda, l'impotenza della crisi, dello stallo. Dopo Piombino, quindi, anche questa Valle Cervo è un po' terra di confine. 

Ma non è una provincia angusta e soffocante, al contrario ha gli spazi immensi della provincia americana di cui parlano Richard Ford e altri autori americani molto amati dalla scrittrice. Il romanzo è anche un modo per continuare il discorso sul rapporto padri-figli. Resta l'interesse per le dinamiche familiari complesse ma, mentre in Acciaio Silvia rappresentava due adolescenti che subivano situazioni familiari difficili, adesso in scena ci sono due ragazzi che non vivono più in casa, hanno costruito una propria vita fuori ma continuano a pensare a quello che hanno lasciato.