Abbaticchio: "Diamo battaglia ai patrimoni della criminalità organizzata"

Si è parlato di beni confiscati alla mafia ieri mattina in Regione Puglia, dove il presidente Nichi Vendola, l'assessore alla Trasparenza Guglielmo Minervini. Presente anche il sindaco di Bitonto

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Si è parlato di beni confiscati alla mafia ieri mattina in Regione Puglia, dove il presidente Nichi Vendola, l'assessore alla Trasparenza Guglielmo Minervini, e le rappresentanze degli enti locali e delle associazioni impegnate in questa infausta e difficile battaglia hanno presentato la seconda parte del progetto“Libera il bene”.

Presente, come rappresentante di Avviso Pubblico, anche il sindaco Michele Abbaticchio, che ha detto la sua sulla annosa questione.

«E' normale che in tempi di crisi il nemico (la criminalità organizzata, ndr), trova terreno fertile sia come risorse umane che come mezzi economici, al quale gli enti locali possono difficilmente opporsi. D'altronde, perchè i ragazzi dovrebbero rifiutare una domanda di lavoro illegale quando non viene offerta quella legale? Dal canto loro, i Comuni possono opporre due rimedi: da un lato sensibilizzazione ed educazione dei giovani, dall'altro quello che era il sogno di Pio la Torre (segretario del Partito comunista siciliano ucciso dalla mafia nel 1982, ndr) e quindi la battaglia ai patrimoni della criminalità organizzata».

Secondo il primo cittadino bitontino, «il bene confiscato deve essere sotto l'attenzione delle istituzioni pubbliche, e credo che sia utile creare infrastrutture che renda produttivo quel bene, oltre che razionalizzare le risorse a disposizione. Occorre partire dalla necessità che il riutilizzo dei beni sottratti alla criminalità sia teso a creare nuova occupazione – ha proseguito Abbaticchio -sottraendo potenziali soldati all'esercito del crimine nel nido del crimine stesso. In questo modo, con un'ampia azione rieducativa presso le stesse istituzioni scolastiche, potremo creare una cultura antimafiosa in grado di debellare qualsivoglia luogo comune di supporto ai soliti noti».