Affaire "Pescara". Brandi: "Un indirizzo politico che nasconde ignoranza e meschinità"

Il socialista Scauro si dice pronto ad avviare una raccolta firma per evitare che lo storico edificio diventi ad uso commerciale

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L’affaire “Pescara” approda in consiglio comunale. Mentre la massima assise comunale discute della cessione dell'intero Complesso di Santa Teresa alla Città Metropolitana, per consentire l’uso dei suoi spazi da parte del Liceo Classico “Carmine Sylos”, è il consigliere Franco Scauro ad intervenire per segnalare la presenza di un altro immobile da recuperare. E, cioè, proprio l’attuale sede del Pd, che, ricordiamo, a breve potrebbe non esserlo più, perché dal 14 luglio sarà avviata un’asta pubblica per trovare un nuovo locatario.

Contrario all’uso commerciale è il consigliere di opposizione, che, considerando la storia della Pescara, desidera che continui ad avere un ruolo attivo nella vita culturale della città: «Se non ci dovesse essere questa sensibilità, siamo pronti ad avviare una raccolta firme per ridare alla città un immobile fondamentale per la sua storia».

Una questione che divide non solo la maggioranza, quindi, ma lo stesso Pd. Il consigliere Francesco Brandi, in consiglio, si scaglia contro quello che, per lui «un indirizzo che nasconde ignoranza e meschinità. Anche perchè dal 2016, quando si iniziò a parlarne, sono cambiate delle cose. Il Pd è entrato in maggioranza dimostrando un’adesione incondizionata. Non mi meraviglia che quella sede diventi un immobile commerciale, ma che un’amministrazione di centrosinistra non abbia la sensibilità di impedirlo e tracciare una linea di continuità con quello che è stato quell’edificio nella storia di Bitonto».

L’intervento si conclude con un velenoso attacco, con molta probabilità, indirizzato proprio all’assessore Pd: «Questo succede quando l’ultimo arrivato prende decisioni senza neanche chiedersi dove si trova».