Cimitero, perché le tariffe delle lampade votive sono così alte?

Anche questo problema è emerso nel corso dell'ultima assise comunale

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Tra i tanti argomenti toccati nel Consiglio comunale di mercoledì scorso, c'è anche quello delle lampade votive.

In modo particolare, il consigliere Paolo Intini ha chiesto al sindaco, tra l'altro, per quale motivo il prezzo delle illuminazioni cimiteriali per un bitontino si aggira sui 22.50 euro.

Sempre il professore ha manifestato la volontà di sapere scadenza e titolare di tale servizio, e se l'amministrazione comunale abbia aderito al progetto di risparmio energetico “votivA”, promosso dal ministero dello Sviluppo Economico.

Il “daBitonto”, allora, ha cercato di capirci qualcosa in più sulla vicenda, cercando di sentire, per alcune questioni, i diretti responsabili.

Il contratto delle lampade votive del cimitero di Bitonto è appannaggio della ditta di Giuseppe Cuoccio, che fin dal 1984 (e fino al 2019) sarà titolare del servizio.

Per la tariffa, invece, il funzionamento è abbastanza semplice. Ogni anno la ditta in questione propone al Comune una sorta di tariffario, che tiene conto di alcuni paletti precisi e dell'andamento di alcune voci come il costo dell'energia, della manutenzione, della manodopera, e spese simili.

Ebbene, per il 2013 la tariffa è di 22,50 euro, 1 euro in più rispetto agli anni scorsi. A quanto pare, però, l'intento della titolare del servizio era quello di portare la tariffa a 24 euro circa, ma poi la grave situazione economica che attanaglia la città ha posto “un freno” al rincaro.

Già, ma perché rispetto a paesi come Bari (7,50 euro) e Molfetta (21 euro), la tariffa bitontina è più alta? Il motivo è presto detto: laddove le aziende hanno provveduto a costruire con soldi propri l'impianto di illuminazione, il prezzo sarà più alto. E, nel lontano 1984, è andata proprio così.