Come cambierà la gestione dei rifiuti con il nuovo piano regionale? Il Pd l'ha spiegato ai cittadini

Il provvedimento, redatto dalla maggioranza di centrosinistra, sarà presentato in consiglio regionale tra pochi giorni

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Sarà presentato a breve in consiglio regionale il nuovo piano regionale per la gestione dei rifiuti urbani, piano, redatto dalle forze di maggioranza in seno alla massima assise regionale, che mira ad innalzare la quota percentuale di raccolta differenziata, in una regione agli ultimi posti in questo campo.

 Il piano punta ad una raccolta differenziata spinta, dall’attuale 20% al 65%, affinché il rifiuto venga trasformato in risorsa e la termovalorizzazione sia considerata una pratica residuale. Fine del provvedimento è, dunque, ridurre la quantità di rifiuti e la loro pericolosità alla fonte, tramite l’adozione delle nuove tecnologie, prime tra tutte quelle in grado di recuperare l’umido e trasformarlo in compost.

 Per presentarlo e spiegarne gli obiettivi alla cittadinanza sono intervenuti ieri, invitati dal Partito Democratico, il capogruppo regionale del Pd, Pino Romano, e Giovanni Campobasso, dirigente del Servizio Ciclo Rifiuti e Bonifica della Regione Puglia.

 “Il tema va affrontato. Non bisogna eluderlo, nonostante sia di difficile soluzione perché riguarda le conseguenze del nostro stile di vita – introduce Campobasso – I livelli attuali di raccolta differenziata sono molto bassi. Il 20% non è ancora soddisfacente, ma c’è un dato positivo: otto anni fa la quota di raccolta differenziata era del 4%. Quello che ci accingiamo ad approvare è il primo piano sul tema redatto da un’istituzione rappresentativa, dato che quello precedente è un atto del commissario straordinario per l’emergenza rifiuti ed è basato sull’emergenza. L’azione di smaltimento fa riferimento essenzialmente su discariche ed inceneritori”.

 “Nel nostro piano, invece, l’obiettivo da raggiungere è il 6% dei rifiuti in discarica e il 15% nei termovalorizzatori” è l’auspicio dell’ospite.
Che invita a non avere un atteggiamento fideistico verso un unico sistema di smaltimento: “ E’ necessario sostenere tutte le tecnologie che garantiscano un impatto limitato sulla natura”.

Il sistema porta a porta non è sufficiente” aggiunge Campobasso, sostenendo la necessità di centri di raccolta cittadini, per ridurre l’abbandono di rifiuti nelle campagne e di impianti di raccolta a partecipazione pubblica e privata, “perché il pubblico serve a stimolare il privato quando quest’ultimo non si muove”.

In questo provvedimento c’è una notevole volontà di investire e di localizzare i centri di smaltimento in modo tale da ridurre il trasporto su gomma, dispendioso e inquinante” sottolinea Maurizio Cariello, esponente dei Giovani Democratici e moderatore dell’incontro, evidenziando come anche la componente giovanile del Pd abbia partecipato alla redazione del documento opponendosi ai termovalorizzatori come sistema primario di smaltimento.

 “Passare dal sistema degli Ato (Ambito Territoriale Ottimale, ndr) provinciali ad un unico Ato regionale, che possa gestire meglio lo smaltimento dei rifiuti ed evitare contenziosi tra Province. In questo modo le realtà più virtuose possono compensare i ritardi di quelle meno virtuose” è la ricetta di Pino Romano, convinto della necessità di legiferare sulla materia per risolvere un problema che dura da lungo tempo, e scongiurare le infiltrazioni della criminalità.

Ma, prima di ogni altra cosa, bisogna coinvolgere i cittadini, perché è da loro che deve partire l’impegno – aggiunge Romano – Solo con il loro impegno è possibile ridurre anche la Tares (Tassa per i Rifiuti e Servizi, ndr)”.