Il consiglio comunale si impegna a sostenere i lavoratori di Mercatone Uno

Approvata una proposta di Francesco Brandi e del gruppo Pd che invita Palazzo Gentile a fare tutto il possibile per aiutare i dipendenti nel punto vendita di Terlizzi

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«Il Consiglio Comunale si deve fare parte attiva e diligente nell’esprimere non solo la propria vicinanza ai lavoratori tutti, ma deve chiedere con estrema fermezza ed urgenza ai competenti organi istituzionali superiori di adottare da subito ammortizzatori sociali nei confronti dei dipendenti attualmente senza lavoro, di trovare soluzioni che possano garantire continuità occupazionale agli stessi dipendenti, di chiedere all’Abi (Associazione Bancaria Italiana, ndr) di intervenire sugli istituti bancari affinché possano sospendere le rate dei mutui in capo ai dipendenti senza lavoro».

Recita così la proposta presentata e approvata, al consiglio comunale di ieri, dal consigliere Francesco Brandi e dal gruppo consiliare del Partito Democratico. Proposta riguardante la crisi che stanno affrontando i lavoratori di Mercatone Uno, dopo il fallimento della Shernon, sancito il 23 maggio 2019 dal Tribunale di Milano.

«Tale situazione ha causato e sta causando enorme disagio sociale nelle famiglie dei dipendenti in particolare nelle famiglie monoreddito e nelle aziende impegnate nell’indotto» riporta il documento, che sottolinea le conseguenze sul nostro territorio della crisi, vale a dire la chiusura del punto vendita di Mercatone Uno di Terlizzi che dista pochi chilometri dalla nostra comunità di Bitonto: «Tra i 54 dipendenti che, per 27 anni, hanno lavorato nel punto vendita di Terlizzi, quattro sono residenti a Bitonto. Tale situazione di chiusura è un duro colpo all’economia del nostro territorio generando ulteriori sacche di disagio sociale».

Il documento chiede, dunque, al Consiglio Comunale di impegnarsi a sostenere, nelle sedi opportune, tutte le iniziative dei lavoratori, in presidio permanente ai cancelli del punto vendita Mercatone Uno di Terlizzi, di seguire l’evolversi della vertenza, rimanendo in contatto con le organizzazioni sindacali e la task force regionale e nazionale, e di sollecitare la Camera dei Deputati, il Senato della Repubblica e la Regione Puglia ad aprire un tavolo di contrattazione attivando le procedure di temporanee contribuzioni di salvaguardia, per fornire contributi di disoccupazione speciale, con un contratto di solidarietà ed attivando organicamente la legge per il Rilancio aree di crisi industriale (Legge 181/89). Misure a cui vanno aggiunte anche quelle promesse durante gli incontri tra Pd e giunta Abbaticchio nei giorni scorsi. Quest’ultima di era impegnata a stanziare, in via straordinaria e una tantum, una parte dei capitoli del bilancio dei Servizi sociali per aiutare in questi mesi gli ex dipendenti senza stipendio a pagare le utenze e ad affrontare le spese ordinarie, nella speranza che a settembre arrivino i primi assegni di cassa integrazione.

Una crisi di cui ha portato diretta testimonianza uno dei lavoratori che hanno perso il proprio posto, sottolineando lo stupore di quel messaggio, ricevuto a mezzanotte, che avvisava della chiusura dello stabilimento dalla mattina successiva.

«Di fronte a questo problema, che vede tante persone perdere il proprio posto di lavoro, è doveroso, per il Comune di Bitonto, fare tutto il possibile, ascoltare i lavoratori. Noi di Italia in Comune facciamo nostra la proposta di Brandi» è stato il commento di Giuseppe Maiorano, autore di un’integrazione alla proposta del Pd. Dello stesso parere anche Giuseppe Santoruvo (Sud al Centro) ed Emanuele Sannicandro (Iniziativa Democratica), che invita l’amministrazione ad andare oltre il mero sostegno economico: «Giusto il supporto, ma credo che i dipendenti abbiano bisogno di qualcosa in più, di lavorare, specialmente chi non è più giovanissimo. Il Consiglio Comunale, da solo, può fare molto poco. L’impegno deve essere quello di fare squadra, di coordinarsi con Città Metropolitana, Regione, Governo. Bisogna intervenire pesantemente con un tavolo ministeriale, per trovare misure per la reimmissione nel mondo del lavoro dei dipendenti».

L’invito del consigliere di opposizione è anche di attivarsi prima che esplodano queste situazioni di emergenza: «Non sono crisi che nascono dall’oggi al domani».

«Stiamo assistendo sempre più spesso a queste situazioni che, specialmente qui al Sud, diventano un calvario, essendo più difficile ricollocare i dipendenti. I vari comuni decono fare pressione agli enti preposti. Sono finiti i tempi delle campagne elettorali» è la chiosa di Franco Scauro (Psi) prima della votazione finale che vede l’intera aula approvare la proposta, con la sola estensione di Massimo Lacetera (La Puglia in Più).