La Politica, ieri e oggi/Le ultime elezioni provinciali e l'amministrazione "targata Bitonto"

Nel 2009 si votò anche per il Parlamento europeo. Ma a Procacci non seguirono altri bitontini a Strasburgo

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Quelle del 2009 furono, per la Provincia di Bari, le ultime elezioni provinciali, prima della soppressione dell’ente e della sua sostituzione con la Città Metropolitana di Bari. A vincerle fu Francesco Schittulli, oncologo candidato tra le fila del centrodestra. Il partito più suffragato fu il Popolo della Libertà (25,01%, 13 seggi), seguito da Lista Schittulli (9,48%, 5 seggi), La Puglia Prima di Tutto (6,35%, 3 seggi), Movimento per le Autonomie (2,64%, 1 seggio).

Risultò sconfitto, invece, il presidente uscente Vincenzo Divella, sostenuto da (Partito Democratico (19,55%, 6 seggi), Italia dei Valori (7,03%, 2 seggi), Sinistra per la Provincia (5,94%, 2 seggi), Primavera in Movimento (5,77%, 2 seggi).

Niente da fare anche per Giuseppe Rana, candidato di Unione di Centro (4,67%) e Io Sud (0,52%).

Diversi furono i candidati di Bitonto nelle tre coalizioni, ma, ad essere eletti nelle due circoscrizioni in cui era divisa la città furono solamente Lillino Labianca (Lista Schittulli, 12,43%) e Damiano Somma (Pdl, 26,09%).

«L’amministrazione provinciale è targata Bitonto» titolò il Da Bitonto.

Labianca, già sindaco di Bitonto nell’85, divenne assessore a Viabilità, Trasporti, Assetto del territorio e sulle pagine del Da Bitonto, annunciò la volontà di completare la Poligonale. Completamento che, come purtroppo sappiamo, non è mai avvenuto.

Se pure non dall’inizio della legislatura, entrò in opposizione anche Antonio Sblendorio (Pd, 23,43%) inizialmente non eletto, ma subentrato nel 2013 al posto del dimissionario Michele Monno, costretto a lasciare il posto per l'incompatibilità con i doppi incarichi.

Come anticipato, quelle del 2009 furono le ultime elezioni per il consiglio provinciale. Nel 2015, infatti, l’ente fu sostituito dalla Città Metropolitana di Bari, il cui sindaco è direttamente il sindaco del Comune di Bari (dal 2015 è sempre Antonio Decaro, succeduto a Michele Emiliano alla guida del capoluogo pugliese).

Una sostituzione che seguì ad una campagna a favore del nuovo ente che vide, tra gli argomenti sostenuti, l’inutilità della Provincia. Un argomento che non trovò il favore dell’ultimo presidente, che sulle pagine del Da Bitonto, sottolineò: «Una Provincia “in…utile”. Uso questo gioco di parole perché agli italiani è stato fatto credere che gli enti provinciali fossero inutili balzelli per le tasche dei cittadini e che non servissero a nulla. Invece la presa in giro più grande è che di fatto non sono state abolite, visto che tranne che a Bari, dove il 31 dicembre subentrerà la Città Metropolitana, in tutte le altre cinque province pugliesi sono stati rinnovati i Consigli. Sono davvero tante le eredità che la mia Amministrazione lascerà: per non far torto a nessuno, citerò solo il museo archeologico e l’auditorium Nino Rota, restituiti alla città di Bari dopo oltre 20 anni di incuria e chiusura».

Ma l’ondata favorevole al centrodestra non si fermò al lungomare di Bari. Arrivò fino a Strasburgo. Il 6 e il 7 giugno 2009, infatti, si tornò al voto anche per eleggere i 72 nuovi esponenti della VII legislatura del parlamento europeo. Un numero frutto della diminuzione legata all’ingresso di nuovi paesi membri e, dunque, alla necessità di non sforare il tetto del 736 deputati totali. Numero salito, nel 2011, nuovamente a 73, stando a quanto stabilito dal Trattato di Lisbona.

Reduce dalle vittorie conseguite l’anno precedente, il centrodestra era ancora nella sua fase positiva. Fu, infatti, il Popolo della Libertà ad ottenere la gran parte dei consensi con il 35,26% dei voti che portarono la coalizione ad ottenere 29 seggi.

Il Pd seguì con il 26,12% (21 seggi). Poi, Lega Nord (10,21%, 9 seggi), Italia dei Valori (8%, 7 seggi), Unione di Centro (6,51%, 5 seggi), Rifondazione Comunista (3,39%), Sinistra e Libertà (3,13%), Lista Pannella – Bonino (2,43%), La Destra – Mpa (2,43%), Fiamma Tricolore (0,80%) e altre liste minori.

Un primato che si verificò anche a Bitonto, dove il Pdl ottenne il 41,79% dei voti, seguito da Pd (28,49%), Sel (9,14%), Idv (8,43%, Udc (5,06%), Rifondazione Comunista (2,38%). A differenza delle tornate elettorali per le precedenti europee, che videro l’elezione di Giovanni Procacci, non ci furono, questa volta, europarlamentari di Bitonto.