“La sinistra che vota Grillo”. Domenico De Santis presenta a Bitonto il suo libro

Tra le cause del fenomeno la “percezione di una politica che non decide”

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“La sinistra che vota Grillo”. Domenico De Santis presenta a Bitonto il suo libro Un momento della presentazione

Nelle ultime elezioni politiche il Movimento 5 Stelleha conseguito un insperato successo riuscendo a conquistare un largo consenso nell’elettorato italiano. Ma uno degli aspetti che più fanno riflettere è l’alta percentuale di preferenze che dal centrosinistra si sono spostate verso il fronte grillino.

A cosa è dovuta questa fuga dell’elettorato? Perché tanti simpatizzanti del centrosinistra hanno poi consegnato il proprio voto ad una forza politica ideologicamente indefinibile e, su alcuni aspetti, in linea con la destra?

A porsi queste domande è stato Domenico De Santis, componente dell’Assemblea nazionale del Pd e dell’esecutivo regionale pugliese, intervenuto ieri a Bitonto per presentare “La sinistra che vota Grillo”, il suo ultimo libro.

Alla presentazione, moderata dal giornalista Maurizio Loragno, ha partecipato Biagio Vaccaro, segretario del Pd di Bitonto, che ha introdotto la discussione parlando di “molteplici e complessi motivi alla base del fenomeno”.

Spesso la sinistra non è stata in grado di dare risposte forti e concrete al nostro elettorato, che ha così maturato la volontà di fare un voto di protesta” ha evidenziato Vaccaro.

Dello stesso parerePierpaolo Treglia, segretario provinciale dei Giovani Democratici, secondo cui le responsabilità per il successo di Grillo, non sarebbero da imputare all’elettorato: “Per venti anni abbiamo commesso questo errore per spiegare il successo di Berlusconi. Non ripetiamo lo sbaglio e abbiamo il coraggio di ammettere le nostre colpe, per trasformare quella sinistra che vota Grillo, in una sinistra che vota sinistra”.

Ha provato a spiegare il successo del comico genovese anche il sociologo Onofrio Romano: “Il successo del M5s è dovuto al venir meno della funzione politica nella determinazione della realtà, all’idea che la politica non debba intervenire. Una concezione frutto di anni di egemonia liberale. E’ venuta meno l’idea di un collettivo che prima discuta e poi decida, per lasciare il posto alla ricerca di un leader salvifico come Berlusconi, Grillo o Renzi. In Italia quando la sinistra ha cercato di proporre un vero cambiamento ha trovato sempre un ostacolo insormontabile nell’alleanza tra le forze della conservazione e le forze radicali”.

In questo libro ho affrontato i problemi degli ultimi venti anni – ha continuato De SantisE’ diffusa l’idea di una politica che non decide. L’80% dei voti per il M5s è dato da ragazzi tra i 18 e i 35 anni, tra cui molte donne, magari con laurea, master, dottorati di ricerca, che non sono mai riusciti ad entrare nel mondo del lavoro. La diminuzione delle iscrizioni all’università rivela che siamo un paese depresso. Ma tutto ciò non riguarda solo l’Italia”.

Dobbiamo tornare ad essere credibili e ad essere presenti laddove ci sono conflitti. Il successo del Pd nel quartiere Tamburi di Taranto, dovuto alla nostra presenza tra gli operai dell’Ilva, lo dimostra. Non possiamo più dire una cosa e farne un’altra” conclude l’autore.