Vito Desantis (Udc): "Non è possibile che il Comune sia ancora senza commissioni consiliari"

"Si rinunci ai capricci di maggioranza e minoranza e si dia alla città la prova che i ragazzi eletti sono diventati degni del titolo di amministratori"

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Dal Segretario dell'UDC di Bitonto, l'avv. Vito Desantis, riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Nel corso dei secoli, l’uomo ha sperimentato svariate forme di governo ed ha concluso che la forma migliore è quella democratica dove in molti decidono ed agiscono nell’interesse di tutti, e dove i dissidenti (o minoranza che dir si voglia), controllano che i molti di cui innanzi agiscano davvero nell’interesse di tutti.

Per esercitare tale dovere di controllo, è però necessario che i molti mettano i pochi nelle condizioni di poter assumere, leggere, annotare, chiedere, confrontare etc.

Quando invece tale dovere, che col tempo è diventato anche potere, non viene esercitato, perché i molti impediscono l’accesso approfondito agli atti, alle discussioni ed ai confronti, allora il concetto di democrazia che vuol dire partecipazione si sgretola.
Infatti, la democrazia è fragile, e a piantarci sopra tante bandierine, a volte troppe, si sgretola.

Nel governo di una Nazione, di un Paese, di una Regione, di una Città i controlli non sono mai bastevoli o sufficienti, perché come diceva Trilussa nel riccio si nasconde la magagna.
Anche agli antichi Romani non sfuggiva il concetto di controllo, forse in modo oserei dire eccessivo, quando affermavano: “Quis custodiet custodes?” Chi custodirà il custode? Non solo volevano un custode della Res Pubblica ma pretendevano anche il controllore del controllore che diveniva a sua volta controllato.

Solo durante i regimi totalitari il dovere-potere di controllo veniva meno, perché si riteneva che la moglie di Cesare fosse sempre al di sopra di ogni sospetto e che era da punire non la fedifraga ma solo colui che osava mettere in dubbio le virtù.

Oggi da noi pare che il concetto di democrazia partecipata si sia notevolmente affievolito atteso che il primo cittadino a Bitonto, che in teoria dovrebbe rappresentare tutti i cittadini, non riesce a trovare la soluzione per la formazione ed insediamento delle commissioni consiliari.

Il legislatore ha previsto la obbligatorietà delle commissioni consiliari per consentire a tutti di controllare l’operato della maggioranza, ma pare che diatribe di piccolo cabotaggio impediscano l’uso democratico del potere di controllo.

Con questo non si vuol dire che vi siano scheletri nell’armadio che la maggioranza vuole gelosamente celare alla vista della minoranza, ma si vuole semplicemente dire che i sedicenti duri e puri hanno l’obbligo più degli altri di dare la prova provata della trasparenza e della esistenza della tanto decantata casa di vetro.

Non si può pretendere di dover essere considerati migliori degli altri solo sulla parola, ma bisogna dimostrare di esserlo, tutto il resto, diceva un compianto, è noia.

Siano dunque istituite le commissioni consiliari; si dia la prova di vera democrazia, si rinunci ai capricci e capriccetti (concetto valevole sia per la maggioranza che per la minoranza) e si dia alla città la prova che i ragazzi eletti, sono diventati degni del titolo di amministratori e non di dilettanti allo sbaraglio come da molti oggi sono considerati.

I fiumi corrono a mescolarsi nel mare: le democrazie vanno a perdersi nel dispotismo.