CALCIO A 5 - La Polisportiva Five Bitonto fa godere in tutti i modi. Rimonta pazzesca al Barletta e vola in finale playoff

Sotto di quattro reti, i leoncelli mai domi hanno vinto 5-4 con un goal a 26 secondi dal termine. Sabato ultimo atto regionale contro l'Ostuni

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I tifosi e gli appassionati avevano chiesto un mercoledì da leoni per uno degli appuntamenti più importanti della stagione e dell’intero futsal bitontino.

Diciamolo subito che non c’è stato. Perché ieri sera, in un “Paolo Borsellino” da cravatta, camicia elegante e smoking bianco, tutti i presenti hanno avuto qualcosa in più. Tanto di più. Tremendamente di più.

Perché Polisportiva Five Bitonto-Futsal Barletta è stata quello che doveva essere. Una semifinale di C1, con lo sguardo neanche tanto lontano sulla serie B. Equilibrata come lo sono state le due contese in Campionato (7-6 Bitonto a Bitonto, con una rimonta pazzesca neroverde e goal decisivo a un alito dalla fine, 2-2 a campi invertiti prima della pausa natalizia), pazza, incandescente, maschia, viva fino all’ultimo secondo. Ma questo è solo il principio, perché non è mancato davvero nulla, specie per i tifosi neroverdi. La sofferenza di inizio partita, con un punteggio che diceva 0-4 (sì, avete letto bene), dopo pochi, pochissimi minuti di contesa. La rimonta, pazzesca, completa e pure chirurgica, perché iniziata nella restante parte del primo tempo, e completata agli sgoccioli. A 26 secondi dal fischio finale. Ventisei secondi. Ed eccola, allora, anche l’estasi. D’altronde, quando vinci 5-4 a un alito dalla fine perdendo pure 4-0 come la vuoi chiamare?

Certo, ci sono le emozioni, come ebbe a dire Lucio Battisti. Come quella di aver superato un ostacolo per nulla semplice e di andarsi a giocare, sabato, sempre a domicilio, la finale. L’ultima gara regionale. Contro l’Ostuni, che ha piegato l’Audace Monopoli 4-2.

 

 

 

Nonostante tutto, però, la gara di ieri è di facile lettura. Ha fatto tutto il Bitonto, praticamente. Sonnecchiando i primi 10’ di partita, con un approccio mentalmente sbagliato, fiacco, lento, impacciato, molle, quasi assente. E in attacco, e in difesa, dove Martinez sembrava un satanasso e ha bucato Antonio Camporeale quattro volte con quattro tiri. Quattro goal subiti in men che non si dica. Cose non da leoncelli, tant ‘è che qualcuno si è domandato se si fosse nel posto giusto e nella serata giusta. Poi, però, presi quattro ceffoni, si è iniziato a girare un altro film. Gli attori, quelli che dovevano, hanno iniziato a recitare a soggetto e non sembravano più un gruppo di recitanti e teatranti in cerca d’autore. Il pressing è stato più efficace, la testa collegata alle gambe, la squadra è stata più corta, e si è iniziato a giocare di squadra. A segnare, a far fare miracoli a Caggia (ottimo ieri l’estremo difensore barlettano), a mettere in chiaro molte cose.

Antonio Lovascio, ben servito dalla difesa, ha fatto il 4-1 mentre Sergio Decilis di rapina, furbizia e astuzia ha dimezzato lo svantaggio con cui si è andati al cambio di campo.

A principio di ripresa, neanche il tempo di riprendere posto che ancora Lovascio ha fulminato il portiere ospite da fuori con il suo micidiale sinistro. Una rete bellissima quanto psicologicamente fondamentale, perché ha fatto capire al Futsal cosa gli sarebbe aspettato nel secondo tempo. Si è giocato a una porta praticamente, anche se buonissima parte di contesa i biancorossi di mister Leonardo Ferrazzano si sono difesi bene, hanno fatto reggere la propria linea Maginot, hanno mostrato unghie, denti e coltelli ben affilati.

Le scene clou, però, sono arrivate, nel gran finale. Da cuori potenti, altrochè. Michele De Liso ha riportato la contesa in parità, ma la regia ha preparato gli effetti speciali. La firma è stata nel tiro forte e preciso di Alessio Barile a 26 secondi dai supplementari. Rimonta completata e vittoria pazzesca. Forse alcuni non saranno d’accordo, ma trionfare così dà un senso di ordalia che nessun poeta può cantare. Soprattutto in appuntamenti così. Che ti danno la sensazione di essere ancora più forte a livello mentale.

 

 

Ora si pensa a dopodomani, allora. Per un sabato che potrebbe essere davvero davvero santo.