CALCIO - Bitontini d'Eccellenza 1/Luigi Monopoli, il laureato della Vigor Trani che ha sfiorato la Coppa Italia nazionale

Una stagione da favola a cui è mancato solo il lieto fine per l'ingegnere della difesa

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La stagione agonistica della Bitonto pallonara sta avendo il suo corollario con i playoff d’Eccellenza (fase interregionale) che vedono l’Omnia all’inseguimento del sogno chiamato Serie D. La più giovane delle due compagini calcistiche cittadine “seniores” si è sbarazzata della concorrenza pugliese, nel post season, ed ora se la vedrà con i lucani della Soccer Lagonegro per continuare ad inseguire la tanto ambita Quarta Serie... Tuttavia, Bitonto e i bitontini si sono già messi abbondantemente in mostra nell’Eccellenza 2017-2018 e, a prescindere da come andranno a finire i playoff omniani, ci sono state performance che nessuno potrà più cancellare. Questa mini-rubrica “in sei atti” intende proprio esaltare (e ringraziarli per aver onorato il nome della nostra città sportiva) le gesta di alcuni dei maggiori protagonisti nostrani nel massimo Campionato regionale di calcio: profeti in patria e non... Si parte con il difensore classe ’92 Luigi Monopoli, atleta cresciuto nelle fila del Bari e con un passato recente in C tra Viareggio, Vigor Lamezia e Paganese, quest’anno in forza alla Vigor Trani - allenata magistralmente dal nostro Massimo Pizzulli, ndr - capace di arrivare alla finalissima nazionale della Coppa Italia Dilettanti. Ciao Luigi. Partiamo dalla fine... Cosa non è andato per il verso giusto a Firenze contro gli altoatesini del St. Georgen? “Il St. Georgen si è dimostrata una compagine quadrata e molto ben organizzata; durante le due settimane di preparazione alla finale, per noi non è stato per niente facile trovare materiale necessario allo ‘studio’ dell’avversario, a differenza loro che hanno potuto visionare alcune nostre partite caricate sul canale YouTube della squadra… Un altro fattore che, secondo me, ci ha penalizzati molto in finale è stata la scelta della Lega di far disputare il match su un campo che non sposa per niente le nostre caratteristiche: il nostro stile di gioco si sviluppa molto sulle fasce e le dimensioni in larghezza del ‘Gino Bozzi’ sono davvero ridotte. Un vero peccato, soprattutto per la cornice di pubblico! I tantissimi tifosi che ci hanno seguiti fino in Toscana avrebbero meritato una conclusione diversa…”. Nonostante il mancato lieto fine, la stagione sportiva del Trani resta straordinaria. Prova a raccontare come l’avete vissuta voi addetti ai lavori, l’atmosfera in città e allo stadio è stata spesso magica, negli ultimi tempi… “È mancato solo il lieto fine, in effetti, però ugualmente la stagione resta ‘da favola’… Nessuno, nemmeno il più ottimista, si sarebbe mai aspettato che questa squadra avesse potuto raggiungere gli obiettivi che ha ottenuto. Noi, come gruppo, non abbiamo mai pensato di essere inferiori agli altri, sia chiaro! Anzi, in silenzio e con abnegazione, costanza, umiltà abbiamo lavorato fino ad ottenere quello che a Trani si auguravano tutti: il ritorno dell’entusiasmo attorno alla squadra di calcio locale, con gli spalti dello stadio in festa. E per questo va fatto un plauso a tutti i tifosi che non ci hanno fatto mai mancare il loro supporto”. Tralasciando volutamente il momento più brutto, quale può essere considerata la “fotografia” più bella, più emozionante di tutta la stagione biancazzurra? “Penso la trasferta di Pomezia, in cui abbiamo combattuto come leoni, dal primo all’ultimo minuto, con il sostegno di un pubblico fantastico. È stato bellissimo tornare a Trani da vincitori e trovare tantissima gente ad accoglierci gioiosa e festosa allo stadio. Mi è sembrato quasi di assaporare un calcio d’altri tempi…”. Guardandovi da fuori, le due caratteristiche della squadra che hanno maggiormente colpito sono state: la ferrea coesione del gruppo e la chiara identità di gioco trasmessavi da mister Pizzulli. Ci abbiamo visto bene…? E, soprattutto, come siete arrivati in un solo anno di convivenza da spogliatoio ad un amalgama simile? “Quanto visto da fuori è semplicemente la conseguenza di un gruppo giovane, fatto di bravi ragazzi, che si è fidato ciecamente del proprio Staff e che ha cercato di applicare alla lettera, nel migliore dei modi, quello che gli veniva chiesto di fare. Quando in uno spogliatoio vengono scelti uomini veri, prima che calciatori, allora i risultati sono solo la logica conseguenza…”. A proposito di mister Pizzulli, cosa puoi dirci del vostro rapporto? Non ci vuole molto a capire che sei diventato uno dei suoi soldati più fedeli… “Il mio rapporto con il mister è un rapporto speciale, qualcosa di più che un semplice rapporto allenatore-giocatore che si è via via rafforzato nel corso dei tre anni in cui abbiamo lavorato insieme. Io penso che lui sia un allenatore perfetto per queste categorie, ma non per le qualità tecniche o tattiche che non devo certo essere io a giudicare… Semplicemente, lui non fa ‘lo scienziato’ nel senso che non si inventa nulla, anzi, è molto bravo a tenere i propri ragazzi liberi mentalmente e lasciarli tranquilli anche dopo sconfitte pesanti, accollandosi magari gran parte delle colpe nelle situazioni più difficili. Per questo penso che per tutti i ragazzi con cui lavora sia un padre prim’ancora di essere un allenatore”. Il futuro di Luigi Monopoli, dentro e fuori i campi da calcio. Sappiamo che i tuoi interessi ed il tuo impegno sono già andati molto oltre la tanto amata sfera di cuoio. “Questo è stato un anno importante per me dal punto di vista extra-calcistico perché ho conseguito la Laurea triennale in Ingegneria Industriale, una soddisfazione che solo chi affronta i sacrifici degli studi può capire! Però, spero di non fermarmi qui, infatti ho ripreso con la ‘specialistica’ e nel frattempo ho iniziato a lavorare a Viareggio, città splendida in cui mi trasferisco nei mesi caldi, da tre-quattro anni a questa parte… Ho ripreso anche ad allenarmi con il Viareggio Beach Soccer, in uno sport altamente faticoso, ma purtroppo quando c’è di mezzo un pallone non riesco proprio a dire di no!”. Se potessi tornare indietro, invece, cosa rifaresti e cosa no nella tua vita da calciatore? Si sa, talvolta ci sono delle sliding doors che possono davvero cambiare per sempre il corso degli eventi… “Se potessi tornare indietro, sicuramente affronterei gli anni in cui ho assaporato il calcio professionistico in maniera diversa. Solo con il passare degli anni, ahimè, ho capito grazie all’esperienza che anche fuori dal rettangolo verde bisogna essere professionisti, è necessario avere una vita privata tale da poter rendere al massimo in campo. E tutto questo non te lo insegna nessuno, sono l’età e il tempo a fartelo capire… Insomma, avrei voluto avere all’epoca la ‘testa’ che ho oggi…”. Chiudiamo con un giochino simpatico. L’ultima domanda è farina del sacco…del tuo allenatore-mentore, Massimo Pizzulli. Tranquillo, ti “vendicherai” a breve con l’inversione dei ruoli… Pizzulli: “Caro Luigi, la mia domanda è questa: a livello di stimoli, lavorare più anni con lo stesso allenatore è più motivante o demotivante per te? Vedendo le tue prestazioni, un’idea me la sono fatta…”. Monopoli: “Io penso che lavorare con lo stesso allenatore sia molto motivante, ma non dal punto di vista strettamente personale, poiché, conoscendo bene cosa vuole un allenatore, posso inculcare anche ai miei compagni di squadra le sue idee di calcio, i suoi principi. E questo ti fa sentire importante, un trascinatore. È bello anche perché puoi magari giustificare le sue scelte, durante o prima di una partita, con ragazzi che ci rimangono male per un rimprovero, per una panchina, semplicemente perché capisco le motivazioni per cui il mister può aver fatto determinate scelte. Ribadisco, quindi, che la mia risposta è ‘assolutamente sì!’, mi aiuta tanto a crescere a livello personale”. Infine, la chiosa “romantica” del buon Luigi Monopoli, difensore arcigno dal cuore tenero. “Alla fine di questa travolgente stagione, come ho già fatto attraverso i social, vorrei ringraziare Trani città, Trani tifoseria, lo Staff e il gruppo di ragazzi con cui ho lavorato quest’anno e con cui spero di lavorare ancora! Savino e il Presidente Altieri che, tra mille difficoltà, si sono fatti in quattro pur di cercare di non farci mancare nulla. Non posso non ringraziare la mia famiglia che ha fatto mille sacrifici per seguirmi anche nelle trasferte più lontane e la mia fidanzata Valentina che mi è stata sentimentalmente vicina nonostante le distanze chilometriche…”.